A difesa di un ideale…con la porta blindata da Valentino Cristofalo
Dopo le 9 vittorie in campionato su altrettante partite disputate, con soli 6 gol subiti dalla difesa del Castrum Monterotondo, 33 realizzati e 27 punti conquistati, è arrivato il momento di tracciare un primo bilancio della stagione, quando mancano due partite al giro di boa di questo primo, storico, campionato di Terza Categoria per la nuova squadra eretina. Lo fa il nostro NUMERO 1, la saracinesca eretina, leader, guida e promotore di questo sogno calcistico. Un’intervista esclusiva tutta da leggere, perché Valentino Cristofalo è il portatore sano di tutti i valori che contraddistinguono la nostra squadra.
1) Valentino, un avvio di stagione con i fiocchi. Come ci si sente a questo punto della stagione a stare saldamente in testa?

E’ una sensazione bellissima, dopo tutto quello che è accaduto nel finale della scorsa stagione è come vivere un sogno. La squadra è forte, il gruppo è sempre più unito e credo che la classifica sia il reale specchio dei valori tecnici, sportivi e sopratutto umani del collettivo. E’ un primato meritato, siamo partiti ad inizio Settembre lavorando duro sul campo con la voglia e la determinazione di partire forte. Essere primi in classifica non è un qualcosa di scontato e quindi bisogna fare i complimenti a tutti coloro che fanno parte della squadra, dello staff tecnico e della dirigenza.

2) Come è stato possibile trovare subito questa alchimia tra i compagni, il mister a la società?
I Presidenti e tutta la dirigenza sono persone innanzitutto appassionate e determinate, sono sempre presenti al campo, sempre al nostro fianco e sono una unica cosa con il gruppo. La squadra è praticamente la stessa dello scorso anno. Ci siamo rinforzati con pochi nuovi acquisti che si sono messi a completa disposizione e sono entrati con intelligenza in squadra. Il Mister Manetta è il nostro valore aggiunto: una persona seria, competente, un professionista vero. Ha  lavorato molto sia da un punto di vista tecnico che mentale. E’ l’uomo giusto al momento giusto, quella guida tecnica che ci è mancata in questi anni per fare il salto di qualità. Giocatori, squadra e staff tecnico si muovono sulla stessa linea e questo è possibile solo quando alla base ci sono valori e senso di appartenenza.
3) A 3 mesi dalla nascita di questa nuova società, come ti sembra l’ambiente? Un giudizio sull’operato della società e della dirigenza? 
Le mie impressioni non possono che essere positive. Questo è un progetto che va ben oltre il calcio, che va al di là dei risultati della domenica. E’ una Società fatta di persone che ti coinvolgono, che vogliono crescere e che vogliono trasformare il Castrum Monterotondo in uno modo di essere, uno stile di vita. Sono tanti i progetti in cantiere e tutti lavorano sodo ogni giorno per poter far crescere questa Società Sportiva che è ripartita da zero ma con ambizioni e prospettive chiare. Io sono orgoglioso e felice di far parte di questo splendido gruppo di ragazzi e di questa Società. 
4) Il campionato di Terza Categoria, una scelta coraggiosa per ripartire. Da giocatore esperto come te, quali sono state le difficoltà maggiori ed il perché di questa scelta?
Ogni campionato, ogni partita, nasconde le proprie difficoltà. Sento tanti che ci dicono “con questa squadra è facile vincere il campionato di Terza Categoria”. Credo che chi parla così o non conosce il mondo del calcio o con invidia ce la “gufa”. Fatto sta che ci vuole tanta umiltà, concentrazione e attenzione perchè ormai dopo 9 giornate tutti ci conoscono e tutti ci aspettano. La scelta di ripartire dalla Terza Categoria per molti è stata una follia per noi credo sia stata la cosa migliorare per far capire chi siamo, cosa vogliamo e cosa siamo disposti a fare per rimanere tutti uniti. Vogliamo conquistarci sul campo quello che ci hanno tolto, vogliamo sudarci i nostri risultati e le nostre gioie. Non abbiamo bisogno di categorie più importanti per esprimere il nostro modo di interpretare il calcio. Dobbiamo solo continuare così. Le categorie si conquistano sul campo e non in altri modi. Noi vogliamo scrivere la nostra Storia attraverso le vittorie cercando di portare sempre più in alto il Castrum Monterotondo e ripagando la fiducia incondizionata che ci hanno dato i Presidenti Di Salvatore e Michienzi. 
5) Non ci nascondiamo dietro a un dito, sappiamo che sei stato uno dei maggiori sostenitori di questo sogno calcistico. Da cosa nasce tanto impegno e tanta voglia di ricominciare?
Io personalmente non sono abituato a far scegliere agli altri il mio futuro e il mio destino, sopratutto quando non sono stato interpellato. Non sono manie di grandezza ma solo un modo di vivere e interpretare la vita, ad ogni azione corrisponde una reazione. La voglia di ricominciare è stata dettata dall’amicizia che mi lega ad ognuno dei miei compagni che va ben oltre il calcio. Perdere tutto questo per dinamiche che non ci riguardano sarebbe stato un errore grave. Ci siamo rimboccati tutti le maniche, abbiamo fatto scelte importanti senza mai abbassare la testa. Il risultato è questo che stiamo vivendo oggi e non potevamo fare scelta migliore. Si, io sono stato il primo a “muovermi” ma il Castrum Monterotondo è un progetto nato grazie al contributo di tutti quanti. Da noi prevale il collettivo sull’individuo e se riusciremo a mantenere questo principio potremmo fare grandi cose. 
6) Quali sono i tuoi obiettivi futuri e quelli da raggiungere insieme alla squadra?
L’obiettivo è continuare a giocare il più possibile finchè riuscirò a combaciare gli impegni lavorativi con gli allenamenti. Per il futuro poi sarei onorato di ricoprire un ruolo all’interno della Società per continuare a trasmettere valori come il senso di appartenenza alla città e a questi colori facendo crescere sempre di più il progetto sportivo e sociale del Castrum. 
7) In questi anni sono state più le gioie o più le delusioni calcistiche? Vuoi toglierti qualche sassolino dalla scarpa?
Sono abituato a vedere il bicchiere mezzo pieno. Le sconfitte e le delusioni fanno parte del gioco e ti danno la carica per vivere in maniera più intensa le gioie. Quindi sono contento di quello che ho fatto da un punto di vista calcistico sopratutto se poi questo percorso mi ha portato dove sono oggi. Non basterebbe una scarpiera per contenere tutti i sassolini che vorrei togliermi. A parte le battute, nei rapporti umani la cosa che per me più conta sono la lealtà e la trasparenza. Quando mancano questi elementi credo che ogni parola, ogni discorso siano inutili e fino a se stessi. Ho dedicato e probabilmente perso tre anni della mia “vita calcistica” e non voglio perdere altro tempo anche perchè sono concentrato e contento di questa nuova avventura. 
8) Un messaggio a tutto l’ambiente Castrum
Il messaggio che voglio mandare è innanzitutto un grande immenso ringraziamento a tutti coloro che fanno parte del nostro mondo. Dai compagni di squadra o meglio dagli amici, allo staff tecnico sino alla dirigenza e i tifosi. Dobbiamo continuare a credere in quello che facciamo e sono sicuro che ci toglieremo grandi soddisfazioni e tutti insieme vivremo dei momenti che non ci dimenticheremo mai.