Ma come scatta Debora Lato? La sua passione per la fotografia e per il Castrum Monterotondo

“Non fai solo una fotografia con una macchina fotografica. Tu metti nella fotografia tutte le immagini che hai visto, i libri che hai letto, la musica che hai sentito, e le persone che hai amato. “ (Ansel Adams).

Si perché la fotografia è anche amore. Amore verso uno scatto, una passione che nasce da molto lontano per Debora Lato. Una passione fatta di sacrifici economici e fisici, perché non è facile coltivare e portare avanti questa professione. Sforzi che vengono ripagati, nel caso di Debora, con la soddisfazione di far parte di un progetto nuovo e ambizioso come quello del Castrum Monterotondo, di una famiglia e di un gruppo di amici conosciuti tanto tempo fa. Un’amicizia che è cresciuta giorno dopo giorno, partita dopo partita, scatto dopo scatto. Debora conosce tutto di noi, è diventata ben presto un punto cardine per la nostra società, le sue foto il lunedì dopo le partite sono diventate storia per ognuno di noi. Una storia che continuerà a lungo. Per questo e molto altro abbiamo intervistato Debora Lato, per conoscerla meglio e per spiegare quali sono le difficoltà ed i trucchi del mestiere per una fotografa sportiva.

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1) Debora da dove nasce questa passione per la fotografia? In particolare per quella sportiva?

La passione per la fotografia nasce dalla voglia di mostrare a chi vede i miei scatti le miei sensazioni e il mio punto di vista e cercare di suscitare le stesse emozioni che io provo. La passione sportiva, in particolare per il calcio, dal fatto che amo questo sport fin da quando ero piccola ed avevo la mia cameretta letteralmente tappezzata di foto di Nesta, Almeyda e Veron . É iniziato tutto un pò per gioco fotografando la vecchia Eretum, poi piano piano é diventata una vera e propria professione. Ho affinato la tecnica, mi sono documentata, ho partecipato a dei corsi per curare ogni minimo dettaglio. Adesso nutro delle pretese professionali sempre più grandi verso me stessa. Forse ho scelto proprio la strada della fotografia calcistica perché ha delle caratteristiche che mi rappresentano: è dinamica, imprevedibile, ed in campo non si recita. In campo ci sono emozioni vere che non gestisci,  tutto quello che si vede ( simulazioni a parte ) fa parte della vita di ognuno di noi. E poi sono qui per sfatare il mito che le donne ed il pallone sono due cose separate.

2) Come mai ti sei legata così intensamente alla società ed i ragazzi ed al Castrum?

L’ho ripetuto più volte, è impossibile non affezionarsi a questo gruppo dove regna amicizia, senso di appartenenza, rispetto e condivisione di valori umani che non potete nemmeno immaginare. Tutti i ragazzi del Castrum Monterotondo li fotografo da tre anni ormai , posso dire che ho vissuto con loro ogni battaglia, in campo e fuori dal campo, perché in fondo quando si scende in campo è quello che si fa, si dedica anima e corpo per quello che si ama. Ho imparato con loro come si gioisce per le vittorie e come si può star male per una sconfitta! Ho imparato come ci si rialza dopo momenti negativi e penso che il bello del calcio sia proprio questo essere una squadra e imparare certi valori. È un legame che va oltre il campo. Siamo un gruppo di amici che si vede anche fuori dal campo, ci incontriamo in ogni occasione sempre con molto piacere, ormai ognuno di loro fa parte della mia vita.  Loro mi sono stati accanto nei momenti più brutti, ma anche in quelli più belli. In fondo il concetto di squadra é proprio questo.

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3) La fotografia sportiva professionale è una battaglia materiale, che in genere richiede attrezzatura per cifre a quattro zeri per fotografare uno sportivo in azione. Cosa ti spinge tutte le domeniche con la pioggia, il sole, il vento, il buio, a seguire questa squadra?

Si le persone non conoscono minimamente quello che c è dietro ad un lavoro del genere. C’é uno studio continuo e minuzioso, c’ è un investimento economico notevole in attrezzature , e cosa più importante c’è un investimento di tempo non indifferente.  Ed il tempo della nostra vita è importante. Ma alla base di tutto questo c’ è una passione e la passione non guarda se nevica, piove o ci sono 40°. La passione é quella che ti spinge a fare il massimo in ogni condizione ed a tirar fuori il meglio anche quando sai che questo è difficile. Seguo il Castrum perché alla base ci sono delle persone professionali e con dei valori che non molto spesso incontri. Non ci sono prime donne, all’interno del Castrum Monterotondo regna la lealtà e l’umiltà, l’ambiente di questa società é un ambiente caloroso dove ogni elemento é un  tassello fondamentale per la riuscita di questo progetto e la loro forza é proprio questa.

4) A che cosa deve prestare attenzione un fotografo durante le diverse fasi di gioco e quanto cambia il modo di fotografare?

A mille cose e particolari. La fotografia sportiva é una delle più difficili proprio perché imprevedibile.  É importante immortalare il clima della partita, è importante immortalare chi è sugli spalti per farlo parte del contesto , è importante fotografare le espressione dei giocatori in momenti di rabbia o di gioia per cercare di trasmettere le stesse sensazioni a chi vede e raccontare nel miglior modo la gara magari da un punto di vista nuovo senza tralasciare niente.

5) Il calcio è veloce. Hai qualche consiglio per immortalare al meglio l’evoluzione scattante di un gol o di un’azione?

Come detto in precedenza il calcio è uno sport imprevedibile quindi per poter portare a casa delle buona foto devi conoscere prima di tutto il gioco del calcio, devi avere un certo sesto senso per l’azione e provare a immaginarla per essere pronto a scattare, ma per fare questo devi sapere e conoscere le caratteristiche della squadra per la quale si scatta. Devi sapere come gira la palla al suo interno, devi conoscere e riconoscere punti di forza e di debolezza di ogni singolo giocatore. Per questo infatti conosco alla perfezione ogni mossa dei giocatori del Castrum Monterotondo. Per esempio so molto bene che se la palla va a Santarelli farà quei due tre tocchi a centrocampo prima di partire,  so che se c’è  un contrasto aereo è territorio di Avallone ed é uno scatto sicuro, se c’è un rigore so chi batte così come le punizioni. So ogni movenza e peculiarità di ogni giocatore. E’ questo il segreto per portare a casa dei buoni scatti. Potrei fare altri mille esempi ma per scoprirlo bisogna stare in campo e scattare scattare e scattare ,un trucco é non perdere mai di vista l’azione sono dell’ idea che una bella foto debba trasmettere dinamismo e debba avere come protagonista oltre che il giocatore il pallone e questo non è sempre scontato.

6) C’è una foto a cui sei particolarmente legata?

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Non ho una foto preferita so solo che questa è legata a un ricordo molto importante per me e per la squadra. Quando la mia passione è stata messa in discussione a causa di un problema fisico in seguito ad un incidente, mi è arrivata questa foto sul telefonino che è stata pubblicata su un giornale. Questa immagine firmata con il mio nome nel vederla mi ha fatto piangere ed emozionare come una bambina. E questa foto ha significato tanto anche per il Castrum Monterotondo. Per tutti e due è stata una foto che ha rappresentato una rinascita. In quello scatto c’era racchiuso tutto il senso  della mia vita , la mia passione. Tutti nella vita abbiamo una strada. Questa è la mia.

7) E quella che ti piacerebbe scattare in futuro?

Mi piacerebbe scattare foto in giro per il mondo e riuscire a immortalare l’aurora boreale per esempio.  Ma come dice una celebre frase “le cose belle non richiedo attenzione “. Eh già le cose belle sono sempre davanti ai nostri occhi sta a noi riuscire a vederle ma soprattutto a sentirle in qualsiasi posto o situazione. Un’altra foto che vorrei scattare è quella della vittoria del campionato del Castrum Monterotondo. Noi tutti festanti a gioire insieme in campo e sugli spalti.

8) Un saluto ed un ringraziamento a tutto il Castrum Monterotondo

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L’augurio che posso fare è quello di raggiungere obbiettivi importanti insieme. Uun ringraziamento in particolare alla dirigenza ed alla società  per la serietà e l’ impegno che dimostrano ogni volta nei miei confronti. Grazie a chi collabora con me per far conoscere questa bellissima realtà, non devo fare nomi perché loro sanno a chi mi riferisco, ed a tutti i ragazzi che lottano per questa maglia che mi fanno sentire parte di una grande famiglia.

Ma come scatta Debora Lato? Ci rifacciamo al coro che la squadra gli ha dedicato in questi anni, rispondendo DIVINAMENTE BENE.